Chi nota un errore nell’accreditamento delle pensioni è chiamato a restituire il denaro ricevuto in più, ma è bene seguire una procedura ben precisa per non avere ulteriori problemi.
L’appuntamento con l’accredito delle pensioni è spesso attesissimo da chi ha già raggiunto questo traguardo, a causa di un costo della vita che è ormai sempre più alto e che rende difficile riuscire a far fronte a tutte le spese. Sono in tanti, infatti, gli italiani che arrivano stremati alla fine del mese e che si ritrovano a fare non pochi sacrifici in attesa dell’arrivo dell’importo previsto.
Tutto avviene in maniera automatica da parte dell’INPS, per questo raramente si presta attenzione a eventuali variazioni della cifra, salvo i casi in cui si dovesse riscontrare una differenza in negativo davvero sostanziale, cosa che spinge a verificare cosa sia accaduto. In realtà, si dovrebbe agire allo stesso modo anche quando si è preso più del previsto, in caso di errore è infatti necessario restituire la somma a cui non si aveva diritto.
Quando si ha a che fare con un ente importante come l’INPS ci sono delle procedure ben precise che devono essere seguite per non andare incontro a conseguenze che possono essere poco piacevoli. Questo vale sempre, anche nel caso in cui ci si dovesse rendere conto di avere preso più del dovuto dopo avere fatto opportuni accertamenti.
Si registra però una situazione parzialmente differente quando il percettore dell’assegno mensile è scomparso e si ritrovano così a gestire ogni aspetto i suoi eredi (in genere il coniuge superstite o i figli). In genere l’istituto di previdenza si riserva la possibilità di chiedere le somme percepite in seguito a rivalutazioni effettuate, errori nel calcolo o per mancate comunicazioni reddituali, non è detto però che dopo il decesso gli eredi siano sempre tenuti a farlo, o meglio dipende dal caso specifico. È bene quindi sapere cosa prevede la legge per non farsi trovare impreparati e non subire verifiche.
Quando muore un parente prossimo è necessario decidere di accettare l’eredità, qualora si optasse per questa scelta si ereditano in maniera automatica tutti i beni, ma anche i debiti. Tra questi ultimi non rientrano però tutti quelli che si possono avere nei confronti dell’INPS, quindi anche in merito a eventuali somme in eccesso accreditate con le pensioni. Una sentenza della Corte dei Conti ha chiarito ogni dubbio a riguardo, così da evitare rimostranze non dovute.
Secondo quanto indicato dai giudici, è previsto un obbligo di restituzione solo se c’è stato un dolo da parte del defunto, ovvero se ha deciso in maniera volontaria di occultare alcune informazioni pensando di farla franca, sperando quindi che non venisse scoperta l’irregolarità. Se invece dovesse essere ravvisata la buona fede, quindi nessun intento di intascare qualcosa che non gli spettava di diritto, non è prevista alcuna restituzione.
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