Per molti pensionati poter tornare a lavoro significa migliorare la qualitĂ della vita. Una nuova Legge permette loro di farlo ad alcune condizioni.
La pensione può arrivare come un fulmine a ciel sereno per chi a conti fatti riceverà un assegno basso. Può avere un significato negativo anche per chi ama il proprio lavoro e ha le energie per continuare a svolgerlo.
In linea generale la pensione è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo oppure in collaborazione ma in alcuni casi la Legge prevede delle restrizioni o l’impossibilità di tornare a lavorare. Succede quando si sono scelti degli scivoli di pensionamento anticipato per lasciare il mondo del lavoro mentre con la pensione di vecchiaia non c’è alcun ostacolo alla possibilità di lavorare nuovamente.
Le quote (Quota 100, Quota 102 e Quota 103) consentono di tornare a lavorare solo da autonomo occasionale e restando entro la soglia di 5 mila euro l’anno lordi. Questo fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. La pensione precoci non permette lo svolgimento di attività lavorativa fino al raggiungimento teorico dei requisiti per la pensione anticipata ordinaria ossia 42 anni e dieci mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne. Ci sono, poi, altre situazioni particolari da considerare per capire se poter lavorare o meno.
La Corte dei Conti del Molise nella delibera numero 34 del 4 marzo 2025 ha aperto all’affiancamento dei neoassunti da parte di ex dipendenti in quiescenza. Significa concedere incarichi retribuiti per lo svolgimento di attività di formazione, affiancamento e assistenza a chi è già in pensione ma solo presso la Pubblica Amministrazione.
Condizioni necessarie sono che l’incarico non sia assimilabile alle attività vietate previste dalla legge 135/2012, sia caratterizzato dalla condivisione dell’esperienza maturata dal pensionato per un periodo di tempo circoscritto e rispetti i limiti dell’articolo 7 comma 6 del DL 165/2001. Il pensionato dovrà semplicemente trasmettere le sue conoscenze e competenze che ha acquisito durante la carriera lavorativa. Non potrà assumere ruoli direttivi né di responsabilità gestionale. Inoltre il rapporto dovrà avere una durata massima non prolungata troppo nel tempo.
La Corte dei Conti, poi, ha sottolineato come il conferimento di questi incarichi a chi è già in pensione debba considerarsi un’eccezione e non la regola per non ostacolare il ricambio generazionale e l’efficienza della PA. Le figure collocate in precedenza devono essere viste come un aiuto momentaneo nella formazione delle nuove leve con trasmissione delle competenze acquisite negli anni, niente di più.
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