La prova di tenuta del gas è una procedura fondamentale per garantire la sicurezza degli impianti a gas. Andiamo a vedere come si effettua.
Sia in abitazioni private che in locali commerciali è molto importante fare questo tipo di procedura: ti consentirà di garantire maggiore sicurezza a tutti gli impianti.

LA prova di tenuta del gas serve a verificare, quindi, l’assenza di perdite nell’impianto gas, misurando se la pressione rimane costante in un certo intervallo di tempo. Un impianto a gas non perfettamente sigillato può rappresentare davvero un serio pericolo: infatti, le fughe di gas possono portare a intossicazioni, incendi o anche esplosioni. Non dimentichiamoci che un impianto efficiente ha un minore impatto ambientale. E si contribuisce alla riduzione delle emissioni nocive.
In questo articolo andiamo a vedere, quindi, come si fa la prova di tenuta del gas: in che modo si effettua, chi lo effettua o quando si fa.
Prova di tenuta del gas: ecco in cosa consiste
La prova di tenuta del gas, come abbiamo già detto prima, serve a verificare l’assenza di perdite nell’impianto gas, misurando se la pressione rimane costante in un certo intervallo di tempo. Ma quando è meglio effettuarla?

Ci sono diversi casi che richiedono questa procedura: in caso di nuova installazione dell’impianto gas o quando si fa una modifica o ampliamento. Potresti farla anche prima di una riattivazione del contatore – se è stato disattivato da tempo – o in caso di vendita/affitto dell’immobile. Spesso è richiesta dal nuovo fornitore. È bene farla se ci sono sospetti di perdita o per semplice controllo periodico di solito si fa ogni 10 anni.
Solo un tecnico abilitato o una ditta certificata può eseguire la prova e rilasciare il rapporto di prova o una dichiarazione di conformità. Ma andiamo a vedere in che modo si effettua la prova di tenuta del gas. Per prima cosa si isola l’impianto, chiudendo i rubinetti degli apparecchi – come ad esempio la caldaia, la cucina, ecc.
Si collega poi il manometro di precisione. Poi avviene l’immissione di aria o gas inerte – ovvero l’azoto – a una certa pressione. Si effettua un controllo della pressione per circa 10 o 15 minuti. Se si registra un calo, c’è una perdita. Se invece non cala, vuol dire che l’impianto è a tenuta.
Verranno rilasciati alcuni documenti, come il rapporto di prova di tenuta – con esito positivo o negativo. Se invece si tratta di un nuovo impianto, viene rilasciata la dichiarazione di conformità dell’impianto. Se, infine, questa procedura è stata richiesta da un fornitore, verrà rilasciato un allegato H/12: non è altro che un modello standard per accertamento.
I prezzi possono variare in base alla zona, alla complessità dell’impianto e al numero di apparecchi collegati. In ogni caso, in un appartamento piccolo, il costo medio di prova è tra gli 80 euro e 150 euro. Se invece si tratta di una casa indipendente o di un locale commerciale, allora il prezzo aumenta: dovrebbe essere tra i 150 euro e i 300 euro.
Ovviamente per saperne di più è consigliabile chiedere ad un tecnico o una ditta specializzata che saprà rispondere a tutte le vostre domande.